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Ferrarista

Todt e Briatore

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Come suggerito da qualcun'altro apro un topic per parlare di questi due pilastri della F1 moderna: Jean Todt e Flavio Briatore.

Riporto solo qualche numero. In due hanno ottenuto in totale 10 mondiali piloti e 10 mondiali costruttori da team manager...non c'? che dire due esempi mirabili di come si conduca una squadra.

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Che piacciano o no (in particolare Briatore) sono due fenomeni nel loro ruolo, pur affrontando le cose in maniera decisamente diversa.

Il criticatissimo Briatore secondo me sbaglia pochissime volte ma rispetto a Todt ? pi? imprenditore, spesso cio? fa scelte pi? commerciali che sportive ma in F1 serve pure quello si sa.

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io dico una cosa.

briatore ha fatto vincere la benetton prima e poi la renault con un budget nettamente inferiore alla mclaren o alla ferrari stessa. e scusate se vi sembra una cosa da poco

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Che piacciano o no (in particolare Briatore) sono due fenomeni nel loro ruolo, pur affrontando le cose in maniera decisamente diversa.

Il criticatissimo Briatore secondo me sbaglia pochissime volte ma rispetto a Todt ? pi? imprenditore, spesso cio? fa scelte pi? commerciali che sportive ma in F1 serve pure quello si sa.

 

Quoto ... anche se Briatore non mi resta simpaticissima come persona , ha fatto ottime cose sia in Benetton che in Renault , oltretutto ha anche un buon occhio per i giovani talenti... :caldo:

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Briatore col budget di Dennis vincerebbe ogni anno il mondiale con 4 gare d'anticipo sulla fine del campionato.

 

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Briatore col budget di Dennis vincerebbe ogni anno il mondiale con 4 gare d'anticipo sulla fine del campionato.

Ora non esageriamo, perch? pure lui ha avuto le sue annate nere quando l'hanno lasciato, rispettivamente, Schumacher e Alonso.

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Briatore mi piace come persona perch? ? chiaro, sincero, e di F1 ne capisce molto pi? di altri imbecilli che girano nel paddock... certo comunque rimane sempre inferiore a Todt che con il suo aspetto "esterno" di persona "buffa" in realt? ? stato uno degli artefici del ritorno ai vertici della Ferrari...

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Metto un po? di pepe nella discussione:

 

siamo a conoscenza delle cifre esatte che compongono i budget dei vari teams di F1? Siamo sicuri che la differenza di budget fra Mclaren/Ferrari/Toyota (per citarne 3) e la Renault sia proprio cos? grande come dice Briatore?

 

Nonostante questo sono d?accordo sul fatto che Briatore sia un grande team manager ed i successi che ha avuto, confezionato e voluto sono l? a dimostrarlo.

 

Todt, dal canto suo, ha vinto anche nei rallies, la Parigi-Dakar e a Le Mans. Non c ? nulla da aggiungere, credo...

 

Bye

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Che piacciano o no (in particolare Briatore) sono due fenomeni nel loro ruolo, pur affrontando le cose in maniera decisamente diversa.

Il criticatissimo Briatore secondo me sbaglia pochissime volte ma rispetto a Todt ? pi? imprenditore, spesso cio? fa scelte pi? commerciali che sportive ma in F1 serve pure quello si sa.

 

Quoto ... anche se Briatore non mi resta simpaticissima come persona , ha fatto ottime cose sia in Benetton che in Renault , oltretutto ha anche un buon occhio per i giovani talenti... :caldo:

 

Quoto... :)

 

P.S. Benvenuto! Sar? contento Sir di vedere un altro supporter di Jenson! B)

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Briatore col budget di Dennis vincerebbe ogni anno il mondiale con 4 gare d'anticipo sulla fine del campionato.

mica la fa lui la macchina...il budget serve agli ingegneri per fare le ricerche dovute, briatore e todt devono solo gestire...al pi? si pu? dire che briatore avrebbe gestito meglio la situazione piloti rispetto a dennis...

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Che piacciano o no (in particolare Briatore) sono due fenomeni nel loro ruolo, pur affrontando le cose in maniera decisamente diversa.

Il criticatissimo Briatore secondo me sbaglia pochissime volte ma rispetto a Todt ? pi? imprenditore, spesso cio? fa scelte pi? commerciali che sportive ma in F1 serve pure quello si sa.

 

Quoto ... anche se Briatore non mi resta simpaticissima come persona , ha fatto ottime cose sia in Benetton che in Renault , oltretutto ha anche un buon occhio per i giovani talenti... :caldo:

 

Quoto... :)

 

P.S. Benvenuto! Sar? contento Sir di vedere un altro supporter di Jenson! B)

 

Eheheh...grazie mille B) (scusate l'ot)

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Briatore col budget di Dennis vincerebbe ogni anno il mondiale con 4 gare d'anticipo sulla fine del campionato.

mica la fa lui la macchina...il budget serve agli ingegneri per fare le ricerche dovute, briatore e todt devono solo gestire...al pi? si pu? dire che briatore avrebbe gestito meglio la situazione piloti rispetto a dennis...

 

forse non solo quella :hihi:

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Visitatore alexf1 fan

 

Come ho gi? detto nell'altro topic (e non solo io) tra i meriti del tribula e di Todt c'? un oceano di differenza. Il primo ? arrivato in f1 per puro caso sfruttando il fatto di lavorare per la famiglia Benetton che l'ha messo a capo di una squadra gi? organizzata ed affidabile che necessitava solo di un budget superiore e un top driver su cui puntare.

 

Il secondo ? un uomo da corsa per eccellenza che si ? fatto tutta la gavetta da giovane e ha raccolto successi ovunque ? andato prima di sobbarcarsi nell'impresa di ricostruire da capo una squadra completamente allo sbando dal punto di vista organizzativo.

 

 

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Briatore comulga meglio con questa F1 pi? spettacolo ma meno sport. E' un uomo mediatico, e nelle sue pupille si vede a colori ed in 3D il simbolo "$".

 

Insieme Alonso ha il sucesso mediatico guarantito, anche perdendo strepitosamente (:hihi:)

 

 

Todt ? come un legno con jersey rosso. Trasmette meno che un foglio di carta bianco dopo un esame di narrativa. Insieme a Kimi potrebbe fare le figure pi? noiose della F1.

 

 

Nonostante, credo che la "alegria" rimarr? per poco tempo a casa Maranello... Secondo gli astri, Lewis va finire con la festa rossa durante anni...e ....ci sar? senza dubbio divertente vedere il sorriso della dentatura (artificiale) di Ecclestone con le ripetute vittorie del suo idolo connazionale, d'impronta mediatica pluriuniversale per?...

 

 

 

(:hihi:)

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Briatore ? sicuramente un bravo manager, ma ricordiamo che anche lui ha preso le sue belle cantonate. Su tutte l'incredibile sbaglio del '96 quando raccatt? dalla ferrari alesi e berger. E anche l'avventura in supertec fu un flop.

 

Per quanto riguarda il budget, la renault ? in linea con la ferrari, e probabilmente entrambe sono sotto alle 2 tedesche e alle 2 giapponesi (sotto toyota e mercedes sicuro).

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Come detto ad inizio topic sono i due manager piu vincenti di questi ultimi 15 anni di F1. Todt ha dalla sua i numeri che sono impressionanti, perch? credo che mai piu nessun manager sar? capace di vincere 6 mondiali costruttori e 5 piloti consecutivi, e quest'anno si ? tolto anche la soddisfazione di vincere senza Schumacher, Brown e Byrne, cosi nessuno potr? mai rinfacciargli che vinceva solo perch? aveva quei fuoriclasse in squadra (e in ogni caso, ? stato anche bravo lui a portarli a Maranello mentre altri spendevano cifre assurdi per Mega centri tecnologici..). Briatore ha vinto con la Benetton e ha vinto con la Renault senza avere grossi mezzi economici a disposizione, ha il merito di aver dato per primo una vettura vincente a campioni come Schumacher e Alonso. Caratterialmente sono diversi, entrambi hanno pregi e difetti, ma ? innegabile che siano i migliori in circolazione. Mentre loro lavorano, da altre parti si preoccupano se fare o meno la presentazione della vettura in pompa magna.

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Quando Jean Todt ? arrivato alla Ferrari, nel luglio 1993, pochi lo conoscevano in Italia se non gli appassionati pi? attenti dei rallies e delle gare di durata. Per il pubblico della F1 era un semi-sconosciuto col cognome simile a quello di una marca di scarpe. In Francia era invece un Eroe nazionale.

 

Vediamo un po? come ? arrivato in F1 il piccolo ?Napoleone delle sabbie?, come lo appell? con astio Jean-Marie Balestre.

 

Nato nel 1946, Jean Todt comincia a correre come navigatore di un suo compagno di scuola, Jean-Claude Lefebvre, a bordo di una Mini Cooper S nella seconda met? degli anni ?60.

A fine 1966 comincia a navigare e a vincere, da professionista, in Francia con Guy Chasseuil sulla NSU 1200 TT, l?anno successivo ? con Jean-Claude Andruet con la Renault e a fianco di Bernard Consten sull?Alfa GTA. Nel ?68 ? con Jean-Francois Piot sull?Alpine A110 e poi con Jean-Luc Th?rier con la stessa vettura.

 

Nel 1969 passa ai rally internazionali, sempre a fianco di Jean-Francois Piot ma con una Ford Capri.

Nel 1970, a 24 anni, arriva la prima grande affermazione con la vittoria nel Tour de France su Matra 650 in equipaggio con Jean-Pierre Beltoise e Patrick Depailler.

Diventato navigatore ufficiale dell?Alpine-Renault, nel 1971 arriva la prima vittoria in un rally mondiale il Portogallo a fianco di Jean-Pierre Nicolas.

Nel ?72 ? con Rauno Aaltonen sulla Datsun 240Z per poi tornare all?Alpine-Renault l?anno successivo come navigatore di Ove Andersson (attuale boss della Toyota F1) sulla A110 (2? a Montecarlo, 3? al Safari).

Tra il ?73 ed il ?74 ha letto le note anche ad Achim Warmbold sia con la BMW 2002 Tii (vittoria al Rally d?Austria 1973) che con la FIAT 124 (vittoria al Rally di Polonia 1973).

Il biennio ?75-?76 lo vede seduto vicino ad Hannu Mikkola prima con la 124 (2? al Monte e in Portogallo) e poi con la Peugeot 504 (vittoria in Marocco).

L?incontro col Gruppo Peugeot ? determinante: nel ?77 fa una ?rimpatriata? con Lefebvre sulla 104ZS, nel ?78 ? sulla 504 V6 coup? con Timo Makinen (2? al Bandama).

Sempre nel ?77 si sposa con France dalla quale ha un figlio, Nicholas, che gli somiglia come una goccia d?acqua.

Dal 1980 fa coppia sia con Guy Frequelin, sulla Talbot Sunbeam Lotus (3? in Portogallo e al RAC), che con Makinen, sulla 504 V6 coup?.

Nell?81, sempre con Frequelin e la Talbot Lotus, vince il Rally Codasur in Argentina, ? 2? al Monte, al Tour de Corse e in Brasile, 4? all?Acropoli, 6? in Portogallo, inoltre ? 5? in Costa d?Avorio con la 504 e a fine anno la Talbot Lotus ? Campione del Mondo Costruttori.

 

Al termine del Rally di Sanremo 1981 il 35enne Jean Todt annuncia il suo ritiro dalle corse: in quel momento ? considerato il miglior navigatore del mondo (nella sua carriera ha guidato solo una volta, alla 24 Ore di Spa del 1968, in coppia con Piot, distruggendo la loro Renault 8 Gordini) oltre ad essere gi? consigliere sportivo del Gruppo. I capi della Peugeot si rivolgono a lui per la scelta dei piloti da ingaggiare.

 

Jean Boillot, vice-presidente e direttore generale del Gruppo PSA Peugeot-Citroen, gli propone di creare e gestire un nuovo reparto corse. Nasce cos? la Peugeot Talbot Sport che si propone, come primo obbiettivo, di conquistare il Mondiale Rally.

La vettura designata ? la 205 Turbo 16, un vero e proprio ?mostro? dotato di motore centrale da 1.8 litri sovralimentato in grado di erogare fino a 450 CV.

La macchina vince la sua prima gara nelle mani di Ari Vatanen al 1000 Laghi del 1984, domina i Mondiali 1985 e 1986, conseguendo 16 vittorie e due titoli iridati.

 

Grazie a questo successo Todt viene insignito del titolo della Legion d'Onore.

 

Nel 1986 la FIA mette al bando le Gruppo B, troppo pericolose. Todt intraprende un'azione legale contro la federazione (perdendola) e la Peugeot si rivolge cos? ai rally raid per il 1987.

Todt si prende la sua rivincita conquistando quattro volte la Parigi-Dakar con la 205 e la 405 (tre volte con Ari Vatanen e una con Juha Kankkunen) e vincendo anche due volte la Pike's Peak, sempre con Vatanen nel 1988 e l'anno successivo con Robby Unser.

 

La superiorit? della squadra Peugeot ? tale che, al fine di evitare uno scontro diretto tra i piloti titolari Vatanen e Ickx, la vittoria della Dakar 1989 venne decisa tirando a sorte una moneta da 10 franchi. Vinse Vatanen.

 

Il deserto africano riserva anche un immenso dolore a Todt quando, nel 1991, muore Christian Tarin, navigatore di Jacky Ickx (salvo per miracolo), arso vivo nell?incidente in cui rimane coinvolta la loro Citroen ZX. Todt sta seguendo la vettura a vista sull?elicottero ma non pu? fare niente per salvare Tarin.

 

Jean Todt si pone cos? un nuovo, doppio, obiettivo: vincere il Mondiale Gruppo C e la 24 Ore di Le Mans.

Progettata fin dal 1988, la Peugeot 905 debutta nel finale di campionato del 1990 e nel 1991 vince la prima gara dell?anno a Suzuka con Mauro Baldi e Philippe Alliot alla guida. Keke Rosberg e Yannick Dalmas vincono anche a Magny Cours e Mexico City ma il titolo va alla Jaguar del team TWR - Silk Cut di Tom Walkinshaw che annovera tra i suoi tecnici anche Ross Brawn.

L'anno successivo la 905B ? praticamente senza rivali, vince 5 delle 6 gare in programma e si aggiudica l?iride con Yannick Dalmas, Derek Warwick e Mark Blundell che vincono anche la 24 Ore di Le Mans.

 

Todt viene decorato col titolo di Ufficiale della Legion d'Onore e l'anno successivo diventa un Eroe nazionale quando la Peugeot coglie un?incredibile tripletta a Le Mans con Helary-Bouchut-Brabham davanti a Boutsen-Dalmas-Fabi e Alliot-Baldi-Jabouille.

 

A questo punto a Jean Todt non resta che l?avventura in F1 ma la dirigenza Peugeot non sembra interessata al Grande Salto e cos? il piccolo parigino accetta l?offerta di Montezemolo e al GP di Francia del 1993 ? al muretto della Ferrari F1.

 

Si tratta della sfida pi? difficile da lui intrapresa. Prende in mano la Scuderia pi? famosa del mondo quando essa si trova in uno dei momenti pi? difficili della sua lunga Storia.

 

La prima Ferrari dell?era Todt ? la 412T1 che, in un anno caratterizzato dalla lotta Benetton-Williams, riesce a strappare una vittoria a Hockenheim grazie soprattutto alla potenza del V12 di Maranello: per la Ferrari ? il ritorno sul gradino pi? alto del podio dopo ben 1400 giorni e 58 GP di digiuno dall?ultima affermazione di Prost, datata 30 settembre 1990 e ottenuta sul circuito andaluso di Jerez de la Frontera.

A fine ?94 Todt strappa il tecnico aerodinamico Willem Toet alla Benetton per aiutare il lavoro di Barnard e Brunner ma la 412T2 non d? i risultati sperati: solo una vittoria con Alesi ed il terzo posto tra i costruttori, staccatissima da Benetton e Williams.

 

Comincia cos? la Grande Rivoluzione che passa per l?ingaggio del 2 volte iridato Schumacher. Si punta su un solo pilota; l?altro, Irvine, deve adeguarsi. Per la prima volta nella sua Storia la dirigenza Ferrari ha ?carta bianca? economicamente, per gentile concessione di Gianni Agnelli, stanco di delusioni.

Il ?96 ? l?anno della rivoluzione tecnica: il lavoro di Barnard ? deludente, la F310 ? sbagliata, perde i pezzi per strada annichilendo il talento di Schumacher che comunque porta a casa tre vittorie: non succedeva dal 1990. Ormai anche la monoposto per il 1997 ? stata progettata (sempre da Barnard) ma lo sviluppo viene portato avanti dal nuovo reparto tecnico formato da Ross Brawn, Rory Byrne e Willem Toet che, insieme a Schumacher, ricostituisce l?ex ?blocco Benetton? che ha vinto i titoli ?94 e ?95.

Il mondiale ?97 viene perso all?ultima gara a Jerez e non certo per colpa di Todt, cos? come quello del ?98.

Partito Toet per la BAR, arriva nel ?99 Nick Tombazis, sempre dalla Benetton, e il mondiale ?99 sembra prendere la giusta piega, la F399 ? velocissima ma l?incidente di Silverstone cambia le carte in tavola. Il cavaliere designato per il ritorno al titolo del Cavallino, costato fior di miliardi, deve essere per forza Schumacher, non ? giustificabile un altro nome per la Shell e la Marlboro e cos?, anche il mondiale ?99 finisce nelle mani di Dennis non senza polemiche. La ?frittata? di Sepang ? probabilmente uno spartiacque, Todt si assume ogni responsabilit? su quanto accaduto e rimette il suo mandato ma Montezemolo, giustamente, lo lascia al comando della Scuderia.

Dall?anno successivo le cose andranno molto diversamente e si aprir? il pi? fantastico ciclo di vittorie che la F1 abbia mai visto.

 

 

 

 

Quando Flavio Briatore ? arrivato alla Benetton, nel 1989, nessuno lo conosceva in Italia se non la magistratura. Per il pubblico della F1 era uno sconosciuto che vendeva abbigliamento di marca.

 

Vediamo un po? come ha costruito il suo potere il geometra di Saluzzo.

 

Nato nel 1950, Flavio Briatore prende il diploma di geometra con una tesina dal titolo ?Progetto di costruzione di una stalla?.

Una volta diplomato diventa l?assistente-factotum-faccendiere di un ambiguo finanziere locale, Attilio Dutto, che tra l?altro aveva rilevato la Paramatti vernici, un?azienda gi? travolta da un crac finanziario dopo essere passata tra le mani di Michele Sindona (il banchiere della mafia), e del bancarottiere Florio Fiorini. Il 21 marzo 1979, Attilio Dutto venne assassinato a Cuneo con una bomba collegata all'accensione della sua auto. La verit? su quel botto non si ? mai saputa, ma si dice che avesse pestato i piedi in Costa Azzurra a qualcuno di importante.

 

Briatore prende poi casa a Milano, frequenta agenti di cambio, bazzica la Borsa, si d? arie da finanziere. Riesce a convincere il conte Achille Caproni di Taliedo (erede della famiglia che aveva fondato la Caproni Aeroplani) a rilevare la Paramatti.

Diventa consulente della Cgi, (Compagnia generale industriale) la holding dei conti Caproni con risultati disastrosi: la Paramatti naufraga nel crac, la Cgi viene spolpata, il pacchetto azionario venduto all?Efim (cio? allo Stato), le societ? del gruppo subiscono fallimenti a catena, gli operai sono messi in cassa integrazione, banche e creditori sono lasciati con un buco di 14 miliardi.

 

In seguito Briatore si presenta in pubblico come discografico, gira per feste e salotti con Iva Zanicchi, continua faticosamente ad inseguire il grande colpo, a sognare il grande affare.

 

Intanto per? trova una compagnia con cui tira scherzi ai polli di turno. Nella compagnia c?? un finto marchese, Cesare Azzaro, che si ritiene il miglior giocatore di carte del mondo, c?? un conte vero, Achille Caproni di Taliedo, e poi uomini dello spettacolo e della tv, tra i quali Pupo, Loredana Bert? ed Emilio Fede (colui che dovrebbe fare da testimone alle sue annunciate nozze con la Gregoraci) che, a quel tempo (erano i primi anni Ottanta), era al vertice della sua carriera in Rai.

Cadono nella ?rete? della compagnia Teofilo Sanson, quello dei gelati (che sul tappeto verde lascia 20 milioni), l?armatore Sergio Leone (158 milioni in due serate all?Hotel Intercontinental di Zagabria), l?ex vicepresidente della Confindustria Renato Buoncristiani (495 milioni), l?ex presidente della Confagricoltura Giandomenico Serra (1 miliardo tondo tondo, in buona parte in assegni intestati a Emilio Fede). E tanti, tanti altri...

A posteriori, Briatore la racconta cos?: ?Mi piacevano scala quaranta, scopa, poker, chemin... No, il black jack non l?ho mai capito, la roulette non mi ha mai preso. Tra noi c?erano anche bari, io non c?entravo nulla, per?, lo ha scritto anche Emilio Fede nel suo libro. Dall?83 non gioco pi?, qualche colpo a ramino, stop?.

In verit? la storia era pi? complessa: un gruppo di malavitosi di rango, eredi del boss mafioso Francis ?Faccia d?Angelo? Turatello, dedito al traffico di droga e al riciclaggio, aveva pianificato (e realizzato per anni) una truffa alla grande, con carte truccate e tutti gli optional del caso; e i polli da spennare, chiamati gentilmente ?clienti?, erano individuati con un?azione scientifica di studio e di ricerca, dopo aver ?comprato? informazioni da impiegati compiacenti dentro le banche e dopo aver compilato accurate schede informative.

Briatore, a capo di quello che i giudici chiamano ?il gruppo di Milano?, nel business aveva il delicato compito di agganciare i ?clienti? di fascia alta, ingolosirli con qualche buon affare, farli sentire a loro agio con una adeguata vita notturna. E poi spennarli.

Il gioco s?interrompe con una retata, una serie d?arresti, un?inchiesta giudiziaria e un paio di processi. Fede ? assolto per insufficienza di prove, Briatore ? condannato in primo grado a 1 anno e 6 mesi a Bergamo, a 3 anni a Milano ma non fa un solo giorno di carcere perch? scappa in tempo a Saint Thomas, nelle isole Vergini, e poi una bella amnistia cancella ogni peccato.

Cancella anche dalla memoria un numero di telefono di New York (212-833337) segnato nell?agenda di Briatore accanto al nome ?Genovese? e riportato negli atti giudiziari del processo alle bische: ?? un numero intestato alla ditta G&G Concrete Corporation di John Gambino, con sede in 920, 72 Street, Brooklyn, New York. Tanto il Gambino quanto il Genovese sono schedati dagli uffici di polizia americana quali esponenti di rilievo nell?organizzazione mafiosa Cosa Nostra?.

 

La vita di Briatore, dopo ?l?incidente? delle bische, compie un salto di qualit?: Flavio, ricercato, condannato e latitante, alle isole Vergini spicca il volo definitivo verso il successo.

Prima della tempesta aveva conosciuto Luciano Benetton. Fatto sta che Briatore apre alle isole Vergini qualche negozio Benetton e fa rapidamente carriera nel ristretto gruppo di manager dell?azienda di Ponzano Veneto.

Credo sia lecito chiedersi quale sia stata la motivazione che ha fatto decidere a Luciano Benetton di affidare l?espansione dei suoi negozi anche negli States ad un personaggio con tale curriculum. Mah?

 

Nell?89 Briatore pu? ritornare tranquillamente in Europa e Benetton gli affida la gestione del team di F1 a stagione inoltrata.

La Benetton ?, in quel momento, la quarta forza del mondiale, alle spalle di colossi come McLaren-Honda, Ferrari e Williams-Renault, si avvale di tre ottimi tecnici ereditati dalla Toleman, Rory Byrne, Willem Toet e Pat Symonds, e di un DS espertissimo come Peter Collins.

 

Per il 1990 il nuovo direttore decide di licenziare Collins e Johnny Herbert, accusati di ?fare comunella? tra loro, ingaggia John Barnard e lo convince a realizzare una cellula di progettazione simile a quella che il tecnico aveva realizzato per la Ferrari. Nasce la Benetton Advanced Research Group, con sede a Godalming.

Infine Briatore sostituisce Herbert con il quasi 38enne Nelson Piquet. La carriera del 3 volte campione del mondo ? decisamente in declino; fu lui a dire, a fine ?87, ?vado a mettere a punto la Lotus che Senna non ? capace di far andare forte?. Dopo 2 anni la situazione non ? delle migliori per lui: non sale sul podio dal GP d?Australia dell?88, non vince un GP da Monza ?87. Per cautelarsi da un simile azzardo, Briatore gli propone un contratto ?a punti?: per ogni punto conquistato, Piquet guadagner? 50.000 dollari. A fine stagione il vecchio ?zingaro? conter? ben 44 punti per un incasso di 2.200.000 dollari, non male per un pilota dato da tutti per finito.

La B190, disegnata da Byrne, ? telaisticamente ed aerodinamicamente efficientissima, ma ?paga? oltre 50 cv di potenza a causa della differenza di prestazioni tra il Ford V8 HB e gli scalpitanti V10 Honda e Renault ed il V12 Ferrari. Nelle classifiche finali Piquet e la Benetton sono entrambi al terzo posto.

 

L?incidente d?elicottero di Nannini priva il team di un ottimo pilota e per il ?91 Briatore conferma Moreno, gi? sostituto dello sfortunato senese (che aveva praticamente firmato per la Ferrari) nelle ultime 2 gare del ?90.

 

La B191, progettata comunque sempre da Byrne sotto la supervisione di Barnard, non veste pi? i colori Benetton ma ha una livrea giallo-Camel e blu-Autopolis. Autopolis fallir? di l? a poco. Un?altra novit? ? la fornitura esclusiva dei pneumatici Pirelli.

La B191 ? difficile da mettere a punto (l?assenza di Nannini si fa sentire) e arriva una sola vittoria, in Canada, per gentile concessione di Mansell.

A met? del ?91 Briatore licenzia Barnard (che intanto aveva assunto a Godalming anche l?ex Lotus Mike Coughlan e Gordon Kimball, ex McLaren) per ridurre i costi.

E? in questo periodo che entra alla Benetton Tom Walkinshaw, ex pilota e team manager della TWR, molto discusso in Inghilterra e reduce dai trionfi con la Jaguar nel mondiale Gruppo C. Walkinshaw porta con s? in Benetton colui che sar? una pedina fondamentale della Storia della F1 degli ultimi 15 anni: Ross Brawn.

 

A Spa debutta Michael Schumacher con la Jordan sbalordendo tutti col suo 7? tempo in qualifica. Briatore gli fa firmare un contratto pochissimi giorni dopo ?rubandolo? a Jordan e appiedando Moreno senza preavviso. Il brasiliano non ci sta e si rivolge al Tribunale del Lavoro (il GP seguente si corre a Monza) minacciando di far bloccare le macchine ai box. Nella vicenda ? coinvolto anche Alex Zanardi che viene contattato da Jordan per correre nel caso che venga ritenuto valido il contratto di Schumacher. Briatore, invece, vorrebbe ?appoggiare? Moreno a Jordan con buona pace di tutti e ?consiglia? a Zanardi di starsene buono. Alla fine Briatore e Cipriani (titolare della scuderia Barone Rampante che sta facendo correre Zanardi in F3000) raggirano Jordan e il geometra di Saluzzo si libera di Moreno. Zanardi resta a piedi, Schumacher firma fino a tutto il 1994.

Piquet, al suo 200? GP, si indigna con Briatore per il trattamento riservato a Moreno e per tutta risposta viene scaricato. Ecclestone ricompone lo scontro, almeno fino a fine stagione, ma per Nelson ? la fine della carriera in F1.

 

Il nuovo staff tecnico composto da Brawn, Byrne e Toet, quest?ultimo tornato da una fallimentare esperienza con Reynard che voleva entrare in F1, presenta la B192, un affinamento della precedente vettura che ha per? lo stesso difetto: pochi cavalli. Schumacher ? sempre molto costante ed incisivo e riesce anche a vincere il suo primo GP proprio a Spa ma la Williams-Renault ? di un altro pianeta. In ogni caso il team Benetton ? ora allo stesso livello della McLaren-Honda e sovrasta la Ferrari.

 

Nel frattempo Briatore ha delle frequentazioni non proprio simpatiche. Il suo nome finisce dritto in una megainchiesta antimafia condotta dai magistrati di Catania, accanto ai nomi di mafiosi dalla caratura internazionale. Niente di penalmente rilevante, lui non ? indagato ma la sua voce resta registrata in conversazioni con boss come Felice Cultrera, uomo d?affari catanese che fa riferimento al boss di Cosa Nostra Nitto Santapaola, che ? il centro dell?inchiesta antimafia.

Uno degli interlocutori dell?attivissimo Cultrera ? appunto Flavio Briatore.

Nel maggio 1992, dunque, Cultrera e Briatore, intercettati dalla Dia (la Direzione investigativa antimafia), conversano amabilmente di affari e affaristi. Briatore chiede consigli: racconta che Cipriani (quello del Barone Rampante), spalleggiato da Angelo Bonanno (padre del pilota Giovanni, ora sono in carcere entrambi), aveva cercato di intromettersi nella fornitura di motori di Formula 1; per convincere l?uomo del team Benetton, Cipriani gli aveva squadernato le sue referenze: ?Sono amico di Tommaso Spadaro, sono amico di Tanino Corallo?. Nomi d?oro nell?ambiente: Spadaro ? il ricchissimo boss padrone dei casin? dell?isola caraibica di Saint Maarten; Corallo ? l?uomo che qualche anno prima aveva tentato, per conto della mafia, la scalata dei casin? italiani di Saint Vincent e di Campione. Cultrera ascolta con interesse, poi conferma all?amico Briatore che s?, ? tutto vero: Bonanno ?? uno pesante, inserito in una famiglia pesante?. Infatti: Bonanno ? un narcotrafficante del clan mafioso catanese dei Cursoti, dunque meglio non contrariarlo.

 

Quando, il 10 febbraio 1993, una bomba esplode davanti alla porta della sua splendida casa londinese, in Cadogan Place, nell?elegante quartiere di Knightsbridge, distruggendo una colonna del porticato e facendo saltare i vetri tutt?attorno, qualche voce la mette in relazione con quella fornitura di motori ma i giornali inglesi scrivono che si tratta di una ?piccola bomba? dell?IRA e che i terroristi potrebbero averla abbandonata per paura di essere stati scoperti.

 

A fine ?93 la Camel abbandona la Benetton, si dice dopo aver raccolto un dossier sulle peripezie e sul passato del geometra.

 

Nel 1994 arriva finalmente il titolo mondiale nonostante un lunghissimo braccio di ferro con la FIA fatto di reclami e contro reclami, condanne e assoluzioni. Ma non solo: per garantirsi la fornitura Renault nel ?95, Briatore acquista la Ligier per farla gestire al socio Walkinshaw e poi rivenderla a Prost, salva la Simtek dal fallimento e poi prende Nick Wirth alla Benetton.

 

A fine ?95, dopo aver conseguito il secondo titolo iridato consecutivo, Schumacher passa alla Ferrari per 25 milioni di dollari.

Ora Briatore ? uno degli uomini pi? potenti della F1. Compra e rivende la Kicker?s (scarpe per bambini), prende una quota della Minardi, poi diventa socio della BAR. Nel 1996 Luciano Benetton divorzia dall?amico ?un po? teppista ma tanto simpatico? e Briatore incassa una buonuscita di 34 miliardi e subito si ripresenta con una sua azienda, la Supertec, in societ? nientemeno che con Ecclestone, che sviluppa i motori Renault e li fornisce a tre team, BAR, Williams e Benetton. Poi compra la casa farmaceutica Pierrel.

 

Il ritorno con la Renault ? storia recente.

 

Queste 2 o 3 cosette sul passato di Briatore (che forse non tutti sanno) sono state messe nero su bianco da giornalisti come Gianni Barbacetto e Gian Antonio Stella ed ho potuto averne dei riscontri incrociati anche parlando con alcuni addetti ai lavori i quali mi hanno confidato particolari ancora pi? ?simpatici?.

 

Pare che nel paddock tutto questo sia pi? che risaputo ma nessun giornalista accreditato si azzarda a chiedere a Briatore qualcosa del suo passato. E? di pochissimi mesi fa la sua convocazione da parte della Procura della Repubblica di Palermo alla quale ha confermato di conoscere i Gambino e i Genovese La stampa generalista ne ha parlato ma non pi? di tanto, la stampa specializzata non so, la leggo poco. Sui siti specializzati non ? che si sia letto granch?.

 

Ecco perch? ritengo, a mio personalissimo parere, che Briatore non sia nemmeno paragonabile a Jean Todt.

 

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Ora devo andare a letto e non ho il tempo di leggermi tutto, legger? domani...ma resto sempre pi? convinto, caro ***, che sei un grande...continua cos? e diventerai un vero pilastro di questo forum...

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Ora devo andare a letto e non ho il tempo di leggermi tutto, legger? domani...ma resto sempre pi? convinto, caro ***, che sei un grande...continua cos? e diventerai un vero pilastro di questo forum...

 

Secondo il mio parere, lo ? gi?...

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Comincia cos? la Grande Rivoluzione che passa per l?ingaggio del 2 volte iridato Schumacher. Si punta su un solo pilota; l?altro, Irvine, deve adeguarsi. Per la prima volta nella sua Storia la dirigenza Ferrari ha ?carta bianca? economicamente, per gentile concessione di Gianni Agnelli, stanco di delusioni.

Il ?96 ? l?anno della rivoluzione tecnica: il lavoro di Barnard ? deludente, la F310 ? sbagliata, perde i pezzi per strada annichilendo il talento di Schumacher che comunque porta a casa tre vittorie: non succedeva dal 1990. Ormai anche la monoposto per il 1997 ? stata progettata (sempre da Barnard) ma lo sviluppo viene portato avanti dal nuovo reparto tecnico formato da Ross Brawn, Rory Byrne e Willem Toet che, insieme a Schumacher, ricostituisce l?ex ?blocco Benetton? che ha vinto i titoli ?94 e ?95.

Il mondiale ?97 viene perso all?ultima gara a Jerez e non certo per colpa di Todt, cos? come quello del ?98.

Partito Toet per la BAR, arriva nel ?99 Nick Tombazis, sempre dalla Benetton, e il mondiale ?99 sembra prendere la giusta piega, la F399 ? velocissima ma l?incidente di Silverstone cambia le carte in tavola. Il cavaliere designato per il ritorno al titolo del Cavallino, costato fior di miliardi, deve essere per forza Schumacher, non ? giustificabile un altro nome per la Shell e la Marlboro e cos?, anche il mondiale ?99 finisce nelle mani di Dennis non senza polemiche. La ?frittata? di Sepang ? probabilmente uno spartiacque, Todt si assume ogni responsabilit? su quanto accaduto e rimette il suo mandato ma Montezemolo, giustamente, lo lascia al comando della Scuderia.

Dall?anno successivo le cose andranno molto diversamente e si aprir? il pi? fantastico ciclo di vittorie che la F1 abbia mai visto.

 

hai fatto un bellissimo resoconto, pertanto complimenti :) . Permettimi per? di dissentire su questa parte in bold. La "frittata" di Sepang? e allora c'? pure la frittata di Hockenheim dove Salo cede la vittoria a Irvine? Irvine ? stato agevolato in tutte le maniere quell'anno, dopo l'incidente di Schumacher ovviamente. Schumacher ? partito male a Suzuka? Beh, part? male anche nel 2000 e poi Hakkinen nel 1999 lo avrebbe passato comunque al primo pit. La McLaren del finlandese aveva un altro passo in quella gara. :)

 

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