All'inizio del quarto giro del G.P. di San Marino, mentre si trova in quarta posizione dietro a Patrese, la 640 di Berger perde improvvisamente l'alettone anteriore. La sua vettura,  diventata incontrollabile,  si schianta contro il muro esterno del "tamburello", con una dinamica molto simile a quella del tragico incidente di Senna. La Ferrari prende fuoco quasi immediatamente: il radiatore ha sfondato i serbatoi disposti lateralmente. Le efficienti squadre antincedio della CEA  intervengono in meno di 15" ma sembrano un'eternità a quanti assistono alla corsa. Berger resta esposto alle fiamme per 23" e dopo 30" arrivano anche i soccorsi medici.

Per una settimana alla Ferrari avevano cercato inutilmente il pezzo di musetto che si era staccato dalla vettura . Approfittando della confusione un tifoso lo aveva sottratto ai commissari ma poi aveva anche provveduto a inviare la documentazione fotografica del reperto, la quale confermava il cedimento strutturale di questo particolare, probabilmente dovuto a microfratture delle fibre di carbonio, causate forse da alcune uscite di pista del pilota austriaco durante le prove. La rottura del musetto in quel punto aveva provocato il distacco dell'alettone anteriore. In seguito questo punto critico verrà adeguatamente irrobustito.

 

Gerard Berger, a causa delle ustioni alle mani, dovrà saltare la gara di Montecarlo. Per la sua sostituzione in vista del GP del Messico si preparava Larini ma Berger riuscirà quasi miracolosamente a recuperare